Gelindo Bordin
Si avvicina allo sport con le corse su terra nel G.S. Montegalda passando poi alla Fiamma Vicenza e al GAAC Verona, allenato da Giacomo Dalla Pria; passa quindi sotto le cure di Gianni Ghidini. Inizialmente corre principalmente le campestri e le corse su strada: vince il campionato italiano allievi di maratonina nel 1976 e nel 1978 approda nella nazionale juniores di cross. Nel 1984 fa il suo esordio nella maratona, vincendo a Milano con un tempo di 2:13:20. Nel 1985 ottiene il 7º posto nella Coppa Europa e il 12° nella Coppa del Mondo a Hiroshima. Il salto di qualità è del 1986 quando vince la medaglia d'oro nella maratona ai Campionati europei di atletica leggera.
La sua successiva competizione internazionale è ai Campionati mondiali del 1987 a Roma. È un giorno molto caldo e umido e Bordin saggiamente si tiene discosto dai primi all'inizio della corsa; li raggiunge dopo il traguardo dei 35 chilometri e alla fine guadagna il terzo posto. Alla maratona dell'olimpiade di Seul, Bordin si posiziona davanti fin dall'inizio; al venticinquesimo chilometro il gruppo di testa comincia a sfaldarsi e a cinque chilometri dal termine rimangono solo in tre: Bordin, Douglas Wakiihuri dal Kenya, e Ahmed Salah dal Gibuti. A tre chilometri dal traguardo gli altri due scattano, ma quando rimangono mille metri da correre Bordin li supera e vince l'oro nello Stadio Olimpico di Seul.
Bordin difende con successo il suo titolo alla maratona europea del 1990, diventando il primo uomo a vincere il titolo due volte. È stato l’unico campione olimpico a vincere la maratona di Boston, nel 1990; si impose con una gara in rimonta, stabilendo il proprio primato personale con 2 ore 8 minuti e 19 secondi, ancora oggi quarto tempo italiano di sempre. Ai Campionati del mondo di Tokyodel 1991 finisce, deludente, in ottava posizione. Cerca di difendere il suo titolo olimpico nell'olimpiade estiva del 1992 a Barcellona, ma si stira l'inguine saltando un corridore caduto appena dopo metà percorso e finisce lì la sua corsa. Dopo poco tempo dall'ultima maratona olimpica Bordin decide di ritirarsi dall'attività agonistica. Il 13 aprile 2008, a 49 anni, partecipa alla maratona di Torino portandola a termine in 3:05:27.
La storica rimonta di Bordin alle Olimpiadi di Seul 1988
Stefano Baldini
Proviene da una famiglia numerosa, con 11 figli, esattamente come l'americano d'origine eritrea arrivato secondo dietro a lui adAtene, Mebrahtom Keflezighi. Con alcuni fratelli ha praticato la corsa lunga (il fratello maggiore Marco vanta 2:16:32 nella maratona). Ha iniziato a correre tra le file dell'Atletica Guastalla. In seguito, a parte il periodo della leva militare, dove ha vestito la maglia delle Fiamme Oro, ha sempre indossato i colori della "Calcestruzzi Corradini Rubiera". I proprietari dell'azienda emiliana (presso la quale Baldini ha lavorato come dipendente fino alla fine del 2001), sponsor del club rubierese, sono i primi tifosi di Stefano e gli conservano tuttora un posto nell'organico della ditta. All'inizio della carriera è stato seguito da Emilio Benati, attualmente è allenato da Luciano Gigliotti (detto Lucio), che portò alla vittoria olimpica anche Gelindo Bordin. È stato sposato con Virna De Angeli (ex primatista italiana dei 400 m piani), dalla quale ha avuto Alessia, nata nel giugno 2001. Vive con la famiglia a Rubiera.Biografia [modifica]
Ha iniziato a correre fin da bambino, dedicandosi inizialmente ai 5.000 e 10.000 metri, e passando alla maratona nel 1995. Alto 1,76m per 60 kg, prima di vincere l'oro olimpico ad Atene aveva già preso parte alla maratona delle Olimpiadi di Sydney nel 2000. Ad Atlanta 1996 aveva gareggiato sui 5.000 e 10.000 metri. Ha vinto la maratona sia ai Campionati europei di Atletica Leggera 1998a Budapest che ai Campionati europei di Atletica Leggera 2006 a Göteborg.Ha inoltre conquistato la medaglia d'oro ai Campionati mondiali di mezza maratona nel 1996 a Palma de Maiorca.
Al termine della maratona alle Olimpiadi di Pechino, che lo vede giungere al traguardo 12º in 2:13:25, l'atleta italiano, all'età di 37 anni, annuncia che quella appena terminata è stata la sua ultima maratona e che ora si dedicherà alle corse su strada. Nel 2010 annuncia il suo ritorno e la partecipazione alla maratona dei Campionati europei di atletica leggera 2010 a Barcellona, ma il 9 ottobre 2010 a causa di un infortunio, annuncia il suo ritiro dalle competizioni e il suo passaggio a ruoli tecnici federali.
La storica vittoria di Baldini alle Olimpiadi di Atene 2004
Abebe Bikila
Abebe Bikila (propriamente Bikila Abebe o Bichila Abbebe; Mout, 7 agosto 1932 – Addis Abeba, 25 ottobre 1973) è stato unatleta etiope, due volte campione olimpico nella maratona, un'impresa riuscita solo al tedesco orientale Waldemar Cierpinski, oro ai Giochi di Roma 1960 e a quelli di Tokyo 1964.
Agente di polizia e guardia del corpo personale dell'imperatore Haile Selassie, Abbebe Bichila (è invalso ormai l'uso di seguire la norma etiope nominando prima il cognome - Abbebe - e poi il nome - Bichila -), nato a Mout in Etiopia, divenne un eroe nazionale dopo aver vinto la medaglia d'oro nella XVII Olimpiade.
Biografia
Ai Giochi della XVII Olimpiade, svoltisi a Roma nel 1960, Bikila corse e vinse l'intera distanza della maratona senza scarpe. L'etiope partì senza scarpe per una precisa scelta tecnica concordata con il suo allenatore, lo svedese (di origine finlandese) Onni Niskanen. Bikila, divenne il simbolo dell'Africa che si liberava dal colonialismo europeo, la prima medaglia d'Oro del continente africano alle Olimpiadi.
Quattro anni dopo Bikila si presentò in condizioni di forma peggiori alle Olimpiadi di Tokyo 1964. Era stato operato di appendicitesei settimane prima della gara e perse tempo da dedicare agli allenamenti. In questa occasione gareggiò con le scarpe, e vinse nuovamente. Bikila divenne il primo campione olimpico a bissare la vittoria nella maratona, stabilendo anche il miglior tempo mondiale sulla distanza.
Ai Giochi Olimpici estivi del 1968, tenutisi a Città del Messico, Bikila subì le conseguenze dell'altitudine, degli infortuni e dell'età. Fu costretto a ritirarsi dalla gara prima della fine.
Nel 1969, Bikila stava guidando nei pressi di Addis Abeba quando ebbe un incidente. Rimase paralizzato dal torace in giù. Nonostante le cure e l'interesse internazionale non riuscì più a camminare. Pur impossibilitato nell'uso degli arti inferiori non perse la forza di continuare a gareggiare: nel tiro con l'arco, nel ping pong, perfino in una gara di corsa di slitte (in Norvegia). Partecipò inoltre alle para-olimpiadi di Heidelberg nel 1972 nel tiro con l'arco. Morì l'anno successivo, all'età di 41 anni, per un'emorragia cerebrale. Lo stadio nazionale di Addis Abeba è stato dedicato in suo onore.
Nel film di John Schlesinger Il maratoneta (The Marathon Man), in diverse scene Dustin Hoffman osserva il video di Bikila che corre e taglia il traguardo dello stadio olimpico, mentre sue foto sono appese alla parete.
A testimonianza del grande significato simbolico delle imprese di Abebe Bikila, sulla sua lapide nel cimitero di Addis Abeba, dove è sepolto, le incisioni sono in tre lingue, amarico, italiano e giapponese.
In suo onore si è costituito il comitato "Bikila 2010" per i festeggiamenti del cinquantenario dalla vittoria olimpica di Bikila a Roma '60 mentre a Ladispoli il 19 marzo 2010 è stato intitolato all'atleta un ponte pedonale.
Il vincitore della maratona di Roma 2010, Siraj Gena, per onorare i 50 anni dalla vittoria delle Olimpiadi del 1960 ha tagliato il traguardo senza scarpe (ottenendo peraltro un compenso di 5.000€ da parte di uno sponsor per questo gesto).
Rosa María Correia dos Santos Mota (Oporto, 29 giugno 1958) è una ex atleta portoghese, campionessa olimpica, mondiale e tre volte europea di maratona.
Per i risultati ottenuti in carriera, titolo olimpico, mondiale e tre titoli europei, l'atleta portoghese è da considerarsi sicuramente la più grande maratoneta di tutti i tempi, anche in considerazione del fatto che la maratona fa parte dei programmi delle manifestazioni internazionali di atletica leggera, non da tantissimi anni.Biografia [modifica]
Rosa Mota a Seul 1988 è stata anche il primo oro olimpico in assoluto dello sport portoghese al femminile, ed il secondo in assoluto dopo quello maschile conquistato solo l'Olimpiade precedente, a Los Angeles 1984, dall'altro maratoneta Carlos Lopes
Per il Portogallo, ha avuto l'onore di portare la fiamma olimpica alle Olimpiadi di Atene 2004 e la bandiera della IAAF, assieme agli atleti Frank Fredericks ed Heike Drechsler, ai Campionati del mondo di atletica leggera di Ōsaka 2007.
1 ora: 18.027 m ( Lisbona, 14 maggio 1983)
20.000 metri piani: 1h06'55"5 ( Lisbona, 14 maggio 1983)
25 km (strada): 1h25'46 ( Berlino, 7 maggio 1989)
Maratona: 2h23'29 ( Chicago, 20 ottobre 1985)
Palmarès
Orlando Pizzolato (Thiene, 30 luglio 1958) è un ex atleta italiano, specializzato maratona, due volte vincitore della Maratona di New York (1984 e 1985) ed argento ai Campionati europei di atletica leggera 1986.
Oltre alle due vittorie alla maratona di New York, salì sul gradino più alto del podio anche alle Universiadi del 1985 svoltesi a Kobe e primeggiò alla maratona di Venezia del 1988. Mentre il 2º posto agli Europei di Stoccarda 1986, alle spalle dell'altro maratoneta italiano Gelindo Bordin. Ai Campionati del mondo del 1987 di Roma Pizzolato giunse settimo mentre la maratona delle Olimpiadi di Seul, dell'anno successivo, la concluse in sedicesima posizione.
Attualmente lavora per Rai Sport commentando con Laura Fogli le gare di maratona. È anche direttore responsabile della rivista specializzata di settore Correre.
Palmarès
A testimonianza del grande significato simbolico delle imprese di Abebe Bikila, sulla sua lapide nel cimitero di Addis Abeba, dove è sepolto, le incisioni sono in tre lingue, amarico, italiano e giapponese.
In suo onore si è costituito il comitato "Bikila 2010" per i festeggiamenti del cinquantenario dalla vittoria olimpica di Bikila a Roma '60 mentre a Ladispoli il 19 marzo 2010 è stato intitolato all'atleta un ponte pedonale.
Il vincitore della maratona di Roma 2010, Siraj Gena, per onorare i 50 anni dalla vittoria delle Olimpiadi del 1960 ha tagliato il traguardo senza scarpe (ottenendo peraltro un compenso di 5.000€ da parte di uno sponsor per questo gesto).
La storica vittoria di Bikila alle Olimpiadi di Roma 1960
Grete Waitz
Grete Andersen è nata ad Oslo il 1 ottobre 1953 ed ha cominciato a correre molto presto, vincendo i titoli Norvegesi “junior” e “senior” per le medie distanze. Mentre si allenava al club “Vidar” incontrò il futuro marito, Jack Waitz, con cui si sposò nel 1975. Jack divenne il suo allenatore.
Grete Waitz è una leggenda dello sport femminile e in particolare della maratona. Era facilmente riconoscibile dalla sua capigliatura bionda e dal suo impeccabile stile. Prima di quella di New York dell’ottobre 1978non aveva mai corso una maratona, ma da quel momento in poi il suo nome si è legato per sempre a quello della Grande Mela.
Durante quella leggendaria maratona per i due terzi della gara ha sofferto così tanto che maledì suo marito, Jack Waitz, che l’aveva iscritta. “Mi sentivo male. Ero impazzita. Ero arrabbiata. Dissi a Jack “Mai più”! così ricordava quella gara, nel 2008, trent’anni dopo. Ma dalla rabbia trovò la forza, non solo di vincere, ma di stabilire il nuovo record del mondo! Il primo di tre record e il “mai più” si trasformò in altre 8 maratone, una medaglia d’oro al campionato del mondo, una medaglia d’argento alle Olimpiadi e un posto tra i più grandi corridori di tutti i tempi.
Proprio stabilendo il record del mondo nella sua prima maratona, ha rivelato il suo carattere, quelllo di una donna determinata e tenace, che ha spinto le sue capacità oltre i propri limiti, infrangendo le barriere sportive delle donne, più di quanto ella stessa immaginasse. Infatti, fu la prima a dimostrare che le donne potevano competere e cimentarsi nelle lunghe distanze.
Grete vinse la medaglia d’oro nella maratona inaugurale del campionato del mondo del 1983, un anno dopo a Los Angeles, arrivò seconda dopo l’americana Joan Benoit, nella prima maratona olimpica femminile. Ha vinto 2 volte la maratona di Londra, nel 1983 e nell’86, la maratona di Stoccolma nel 1988 e ha conquistato 5 titoli del campionato di cross-country, dal 1978-81 e nel 1983. La sua ultima vittoria è stata nella maratona di New York del 1988.
A 37 anni arrivò quarta alla maratona di New York del 1990, ricevendo più applausi di tutti. Dopo di questa gara, si ritirò dalla scena agonistica, ma ritornò a correre la maratona di New York del 1992, arrivando al traguardo nei pressi del direttore di gara, il grande Fred Lebow, che già soffriva di cancro e che morì due anni dopo.
Prima di diventare la più grande maratoneta al mondo, la Waitz partecipò nel 1972 e nel 1976 alle Olimpiadi nei 1.500 metri, stabilendo il record del mondo per i 3.000 nel 1975 e nel 1976, ed è rimasta imbattuta per 12 anni nel cross-country. Per il boicottaggio americano non partecipò alleOlimpiadi di Mosca del 1980. A tutt’oggi, il suo record norvegese nei 1.500 e nei 3.000 metri è rimasto imbattuto.
Grete Waitz è una leggenda dello sport femminile e in particolare della maratona. Era facilmente riconoscibile dalla sua capigliatura bionda e dal suo impeccabile stile. Prima di quella di New York dell’ottobre 1978non aveva mai corso una maratona, ma da quel momento in poi il suo nome si è legato per sempre a quello della Grande Mela.
Durante quella leggendaria maratona per i due terzi della gara ha sofferto così tanto che maledì suo marito, Jack Waitz, che l’aveva iscritta. “Mi sentivo male. Ero impazzita. Ero arrabbiata. Dissi a Jack “Mai più”! così ricordava quella gara, nel 2008, trent’anni dopo. Ma dalla rabbia trovò la forza, non solo di vincere, ma di stabilire il nuovo record del mondo! Il primo di tre record e il “mai più” si trasformò in altre 8 maratone, una medaglia d’oro al campionato del mondo, una medaglia d’argento alle Olimpiadi e un posto tra i più grandi corridori di tutti i tempi.
Proprio stabilendo il record del mondo nella sua prima maratona, ha rivelato il suo carattere, quelllo di una donna determinata e tenace, che ha spinto le sue capacità oltre i propri limiti, infrangendo le barriere sportive delle donne, più di quanto ella stessa immaginasse. Infatti, fu la prima a dimostrare che le donne potevano competere e cimentarsi nelle lunghe distanze.
Grete vinse la medaglia d’oro nella maratona inaugurale del campionato del mondo del 1983, un anno dopo a Los Angeles, arrivò seconda dopo l’americana Joan Benoit, nella prima maratona olimpica femminile. Ha vinto 2 volte la maratona di Londra, nel 1983 e nell’86, la maratona di Stoccolma nel 1988 e ha conquistato 5 titoli del campionato di cross-country, dal 1978-81 e nel 1983. La sua ultima vittoria è stata nella maratona di New York del 1988.
A 37 anni arrivò quarta alla maratona di New York del 1990, ricevendo più applausi di tutti. Dopo di questa gara, si ritirò dalla scena agonistica, ma ritornò a correre la maratona di New York del 1992, arrivando al traguardo nei pressi del direttore di gara, il grande Fred Lebow, che già soffriva di cancro e che morì due anni dopo.
Prima di diventare la più grande maratoneta al mondo, la Waitz partecipò nel 1972 e nel 1976 alle Olimpiadi nei 1.500 metri, stabilendo il record del mondo per i 3.000 nel 1975 e nel 1976, ed è rimasta imbattuta per 12 anni nel cross-country. Per il boicottaggio americano non partecipò alleOlimpiadi di Mosca del 1980. A tutt’oggi, il suo record norvegese nei 1.500 e nei 3.000 metri è rimasto imbattuto.
Rosa Mota
Rosa María Correia dos Santos Mota (Oporto, 29 giugno 1958) è una ex atleta portoghese, campionessa olimpica, mondiale e tre volte europea di maratona.
Per i risultati ottenuti in carriera, titolo olimpico, mondiale e tre titoli europei, l'atleta portoghese è da considerarsi sicuramente la più grande maratoneta di tutti i tempi, anche in considerazione del fatto che la maratona fa parte dei programmi delle manifestazioni internazionali di atletica leggera, non da tantissimi anni.Biografia [modifica]
Rosa Mota a Seul 1988 è stata anche il primo oro olimpico in assoluto dello sport portoghese al femminile, ed il secondo in assoluto dopo quello maschile conquistato solo l'Olimpiade precedente, a Los Angeles 1984, dall'altro maratoneta Carlos Lopes
Per il Portogallo, ha avuto l'onore di portare la fiamma olimpica alle Olimpiadi di Atene 2004 e la bandiera della IAAF, assieme agli atleti Frank Fredericks ed Heike Drechsler, ai Campionati del mondo di atletica leggera di Ōsaka 2007.
Record nazionali
Seniores
10 km (strada): 31'35 ( Ohme, 15 febbraio 1987)1 ora: 18.027 m ( Lisbona, 14 maggio 1983)
20.000 metri piani: 1h06'55"5 ( Lisbona, 14 maggio 1983)
25 km (strada): 1h25'46 ( Berlino, 7 maggio 1989)
Maratona: 2h23'29 ( Chicago, 20 ottobre 1985)
Anno | Manifestazione | Sede | Evento | Risultato | Prestazione | Note |
---|---|---|---|---|---|---|
1982 | Europei | Atene | Maratona | Oro | 2h36'03 | |
1983 | Mondiali | Helsinki | Maratona | 4ª | 2h31'50 | |
1984 | Giochi olimpici | Los Angeles | 3.000 metri | batteria | NF | |
Maratona | Bronzo | 2h26'57 | ||||
1986 | Europei | Stoccarda | Maratona | Oro | 2h28'38 | |
1987 | Mondiali | Roma | Maratona | Oro | 2h25'17 | |
1988 | Giochi olimpici | Seul | Maratona | Oro | 2h25'40 | |
1990 | Europei | Spalato | Maratona | Oro | 2h31'27 | |
1991 | Mondiali | Tokyo | Maratona | - | NF |
I re di New York:
Orlando Pizzolato
"Pizzo What?????" |
Orlando Pizzolato (Thiene, 30 luglio 1958) è un ex atleta italiano, specializzato maratona, due volte vincitore della Maratona di New York (1984 e 1985) ed argento ai Campionati europei di atletica leggera 1986.
Oltre alle due vittorie alla maratona di New York, salì sul gradino più alto del podio anche alle Universiadi del 1985 svoltesi a Kobe e primeggiò alla maratona di Venezia del 1988. Mentre il 2º posto agli Europei di Stoccarda 1986, alle spalle dell'altro maratoneta italiano Gelindo Bordin. Ai Campionati del mondo del 1987 di Roma Pizzolato giunse settimo mentre la maratona delle Olimpiadi di Seul, dell'anno successivo, la concluse in sedicesima posizione.
Attualmente lavora per Rai Sport commentando con Laura Fogli le gare di maratona. È anche direttore responsabile della rivista specializzata di settore Correre.
Palmarès
Anno | Manifestazione | Sede | Evento | Risultato | Prestazione | Note |
---|---|---|---|---|---|---|
1985 | Universiadi | Kobe | Maratona | Oro | 2h20'06" | |
1986 | Europei | Stoccarda | Maratona | Argento | 2h10'57" |
Pizzolato a New York 1984
Gianni Poli
Gianni Poli
È stato per circa un decennio l'uomo di punta della maratona italiana ed era noto nell'ambiente per lo stile di corsa particolarmente tecnico e molto elegante, apprezzato anche dai non addetti ai lavori. Primo atleta italiano a scendere sotto il muro delle 2 ore e 10 minuti.
Biografia
Record nazionali
Ha migliorato per ben quattro volte il record italiano della maratona:
6 dicembre 1981 a Fukuoka (Giappone), ha stabilito il primo record italiano in 2:11.19
14 agosto 1983, ai Campionati del mondo di Helsinki con il tempo di 2:11.05
Nel 1984 a Milano vinse il campionato italiano di maratona stabilendo lo stesso identico tempo
Il 20 ottobre 1985 a Chicago corse in 2:09:57
Palmarès
Anno | Manifestazione | Sede | Evento | Risultato | Prestazione | |
---|---|---|---|---|---|---|
1983 | Coppa Europa di maratona | Laredo | Maratona | Bronzo | 2h12'28" | |
1989 | Coppa del mondo di maratona | Milano | Maratona | Bronzo | 2h10'49" | |
1990 | Europei | Spalato | Maratona | Argento | 2h14'55" |
Campionati nazionali
1°ai Campionati italiani assoluti di atletica leggera, Maratona (1984)
Manifestazioni internazionali
1986
1° Oroalla Maratona di New York, con il tempo di 2:11:06
1987
4º posto alla maratona di Londra,con il tempo 2:10:15
1988
5º posto alla maratona di Boston con il tempo di 2:09:33, primato personale
1° Oro alla maratona di Honolulu del dicembre, con il tempo di 2:12:47
Poli a New York 1986
Giacomo Leone
Giacomo Leone (Francavilla Fontana, 10 aprile 1971) è un atleta italiano vincitore nel 1996 della Maratona di New York in 2:09:54.
È stato l'ultimo europeo a vincerla prima dell'inizio del dominio africano spezzato nel 2006 e nel 2008 da un atleta brasiliano. Leone ha tagliato il traguardo da vincitore dopo le imprese riuscite a Orlando Pizzolato nel 1984 e 1985 e Gianni Poli nel 1986. Leone detiene il record di italiano più veloce alla maratona di New York.
Già da diciottenne si cimenta in gare di 20-21 km su strada. Nel 1989 vince la medaglia di bronzo agli Europei juniores di corsa su strada (20 km) e l'anno successivo arriva quinto ai Mondiali juniores della stessa specialità. A soli 20 anni decide di debuttare nella maratona alle Universiadi di Sheffield. Decide di accostarsi alla distanza in modo abbastanza prudente e chiude quindicesimo in 2:27:31. Da lì parte una lunga serie di maratone in cui Giacomo si dimostra uno dei migliori maratoneti italiani (e non solo) di sempre. Vince la Maratona di New York nel 1996, diventa il secondo maratoneta italiano di tutti i tempi dal punto di vista cronometrico con 2:07:52, giunge quinto alle olimpiadi di Sydney 2000, per sette volte è sotto il grande muro delle 2:10:00.
È stato allenato sin da ragazzo e sino al 1998 da Piero Incalza, poi dal 1998 al 2003 da Massimo Magnani e ora di nuovo da Piero Incalza.
Leone a New York
Gli Atleti che hanno scritto la Storia
Ora scusate se metto anche degli atleti che non parteciparono a Maratone ma cmq hanno fatto la storia dell'atletica.
Alberto Cova
Alberto Cova (Inverigo, 1º dicembre 1958) è un ex atleta italiano, vincitore della medaglia d'oro olimpica nei 10000 metri piani aiGiochi di Los Angeles 1984.
Muove i primi passi da atleta a 14 anni. Si guadagna presto il soprannome di "ragioniere", sia per l'effettivo conseguimento del diploma in ragioneria, sia per il fisico assolutamente "normale", anzi filiforme, unito ad un modo pianificato e mai dispendioso di affrontare le gare. I primi risultati li raggiunge nel 1977, quando diventa campione italiano juniores sui 5000 m piani, distanza che preferisce a quella doppia fino al 1980.
In quell'anno incontra l'allenatore che lo porterà a vincere in Italia e nel mondo: Giorgio Rondelli della Pro Patria. Rondelli intuisce subito che Alberto ha le qualità per dominare sui 10000 m piani: dopo un anno di interdizione Cova si presenta agli Europei di atletica di Atene, in Grecia, nel 1982, come outsider sulla distanza.
È in questa circostanza che mette in risalto per la prima volta le caratteristiche che lo porteranno in molte occasioni al successo: la capacità di resistere durante la gara ai cambi di ritmo, anche frequenti, imposti dagli avversari e l'incredibile velocità che riesce a raggiungere nei rush finali.
I primi successi
Ad Atene si laurea a sorpresa campione europeo proprio così: resiste agli attacchi dei favoriti, in particolare il temibile tedesco orientale Werner Schildhauer e il finlandese Martti Vainio, per poi bruciarli con le ultime, rapidissime falcate. Sul rettilineo finale arrivano i tre protagonisti citati: Vainio attacca, Schildhauer e Cova resistono e nei metri conclusivi il lombardo infila i rivali con uno scatto bruciante, vincendo in 27'41"03, con soli 14 centesimi di vantaggio sul tedesco. Iscritto anche nei 5000 m, non ha fortuna, finendo squalificato dopo una serie di reciproche scorrettezze con degli avversari.
In quello stesso anno Cova si aggiudica anche l' argento ai campionati europei indoor nei 3000 m e mette in mostra anche ottime doti di corridore "fuoripista": giunge infatti settimo ai mondiali di corsa campestre vinti dall'etiope Mohamed Kedir.
Nel 1983 Cova compie un altro capolavoro andando a vincere, in una delle gare più entusiasmanti mai disputate sulla distanza, i 10000 metri nella prima edizione dei campionati del mondo di atletica leggera, ad Helsinki, in Finlandia.
Gli avversari sono gli stessi dei campionati europei: i tedeschi orientali Hansjörg Kunze e Werner Schildhauer, il finlandese idolo di casa Martti Vainio e il veterano portoghese Carlos Lopes. La gara ha un ritmo lentissimo e al suono della campana dell'ultimo giro il gruppo è ancora compatto. È Schildhauer ad aumentare per primo l'andatura con un poderoso scatto: il plotone si disgrega e solo il connazionale Kunze sembra avere le forze per rispondere all'attacco. Si crea una piccola voragine tra i due teutonici e un terzetto di inseguitori, Vainio, il tanzaniano Gidamis Shahanga e un Cova che appare molto sofferente. L'italiano ha patito il cambio di ritmo e per diversi attimi è stato sul punto di staccarsi.
Incredibilmente però negli ultimi 150 metri il vantaggio di Schildhauer si assottiglia: Kunze sembra in grado di sorpassarlo, mentre Vainio, Shahanga e Cova rientrano. Ultima curva, Cova si allarga sulla corsia esterna e procede a velocità doppia: crolla Shahanga mentre Cova divorando gli ultimi metri infila nell'ordine Vainio, Kunze e Schildhauer vincendo con il tempo di 28'01"04, con 14 centesimi di vantaggio sul tedesco Schildhauer, ancora una volta secondo, e 22 centesimi sul finlandese.
L'oro olimpico a Los Angeles
L'anno seguente Cova completa la sua tripletta andando a vincere i 10000 metri anche ai Giochi Olimpici di Los Angeles, negli Stati Uniti, del 1984. Per il boicottaggio dei paesi del blocco comunista viene a mancare il suo eterno rivale Schildhauer; poco prima dell'inizio della manifestazione però il portoghese Fernando Mamede si propone come uomo da battere migliorando di quasi 9 secondi il record mondiale sui 10000 m: 27'13"81 il suo tempo.Il lusitano tuttavia soffre psicologicamente l'appuntamento con i grandi eventi e anche in occasione del cimento olimpico, come altre volte precedentemente, fallisce clamorosamente la prova ritirandosi dopo pochi giri.
Dopo un perentorio attacco di Vainio a metà gara e nonostante i ripetuti tentativi del finnico di staccare Cova, tutto si riduce a un testa a testa. Ad 800 metri dalla fine il finlandese tenta l'allungo decisivo e, come ad Helsinki, Cova sembra patire terribilmente il cambio di ritmo, dando l'impressione di doversi staccare da un momento all'altro. Riesce però a resistere e, negli ultimi 200 metri, a passare al contrattacco. Infila prepotentemente l'atleta nordico e va a vincere, per la prima volta, per distacco, con il tempo di 27'47"54. Vainio verrà poi squalificato, dopo essere stato trovato positivo al controllo antidoping. Sfortunatissimo in quella stessa prova l'ottimo Salvatore Antibo, solo quarto a causa di una scelta sbagliata al momento di indossare le scarpe da gara: optò infatti per delle calzature nuove che gli ferirono abbastanza gravemente i piedi. Nel 1985 Cova ribadisce la sua superiorità sulla distanza trionfando in Coppa Europa, dove addirittura si prende il lusso di raddoppiare vincendo anche i 5000 m.
Le ultime medaglie ed il ritiro
Nel 1986, ai Campionati europei di Stoccarda, in Germania, la quinquennale dittatura del campione comasco termina: Cova si vede sfuggire l'alloro dei 10000 m sconfitto da Stefano Mei, giovane e potente atleta spezzino che conquista quell'anno la sua prima affermazione importante. In finale tre atleti italiani, Stefano Mei, Alberto Cova e Salvatore Antibo, danno prova di una schiacciante superiorità attaccando insieme a 400 metri dall'arrivo e staccando brutalmente tutti gli avversari, fatta eccezione per il portoghese Castro che rimane abbastanza vicino al terzetto.
È Mei che impone il cambio di ritmo, mentre Cova, come sempre soffrendo molto, gli rimane incollato, e Antibo e Castro si staccano di una ventina di metri. Il rush finale, che dovrebbe dare ragione a Cova, riserva una sorpresa: proprio quando il comasco sembra aver superato il momento critico e affianca Mei con l'intenzione di superarlo, lo spezzino allunga di nuovo, stroncando ogni resistenza del campione olimpico e vincendo in 27'56"79. Cova arriva secondo con il tempo di 27'57"93 mentre un ottimo Antibo conquista il bronzo fermando le lancette cronometriche sui 28'00"25, in quella che fu la prima tripletta in una gara di corsa, da parte di un'unica nazione, in tutta la storia dei campionati europei.
Stoccarda è l'ultima competizione ad alto livello del ragioniere di Inverigo. Nel 1987, ai campionati mondiali di atletica di Roma, Cova finisce fuori dalla finale, così come l'anno dopo, alleOlimpiadi di Seul, in Corea del Sud, dove non riesce a qualificarsi dopo aver corso una brutta batteria. Dopo i Giochi olimpici Cova si ritira, a soli 30 anni, dalle competizioni agonistiche, lasciando però la memoria delle sue imprese e un record tuttora ineguagliato: è infatti l'unico atleta, nella storia dei 10000 m, ad aver realizzato una splendida tripletta vincendo l'oro ai Campionati europei, a quelli Mondiali e ai Giochi olimpici.
Nel 1986, ai Campionati europei di Stoccarda, in Germania, la quinquennale dittatura del campione comasco termina: Cova si vede sfuggire l'alloro dei 10000 m sconfitto da Stefano Mei, giovane e potente atleta spezzino che conquista quell'anno la sua prima affermazione importante. In finale tre atleti italiani, Stefano Mei, Alberto Cova e Salvatore Antibo, danno prova di una schiacciante superiorità attaccando insieme a 400 metri dall'arrivo e staccando brutalmente tutti gli avversari, fatta eccezione per il portoghese Castro che rimane abbastanza vicino al terzetto.
È Mei che impone il cambio di ritmo, mentre Cova, come sempre soffrendo molto, gli rimane incollato, e Antibo e Castro si staccano di una ventina di metri. Il rush finale, che dovrebbe dare ragione a Cova, riserva una sorpresa: proprio quando il comasco sembra aver superato il momento critico e affianca Mei con l'intenzione di superarlo, lo spezzino allunga di nuovo, stroncando ogni resistenza del campione olimpico e vincendo in 27'56"79. Cova arriva secondo con il tempo di 27'57"93 mentre un ottimo Antibo conquista il bronzo fermando le lancette cronometriche sui 28'00"25, in quella che fu la prima tripletta in una gara di corsa, da parte di un'unica nazione, in tutta la storia dei campionati europei.
Stoccarda è l'ultima competizione ad alto livello del ragioniere di Inverigo. Nel 1987, ai campionati mondiali di atletica di Roma, Cova finisce fuori dalla finale, così come l'anno dopo, alleOlimpiadi di Seul, in Corea del Sud, dove non riesce a qualificarsi dopo aver corso una brutta batteria. Dopo i Giochi olimpici Cova si ritira, a soli 30 anni, dalle competizioni agonistiche, lasciando però la memoria delle sue imprese e un record tuttora ineguagliato: è infatti l'unico atleta, nella storia dei 10000 m, ad aver realizzato una splendida tripletta vincendo l'oro ai Campionati europei, a quelli Mondiali e ai Giochi olimpici.
Cova ad Helsinki 1983
Anno | Manifestazione | Sede | Evento | Risultato | Prestazione | Note |
---|---|---|---|---|---|---|
1982 | Europei indoor | Milano | 3.000 metri | Argento | 7'54"12 | |
Europei | Atene | 10.000 metri | Oro | 27'41"03 | ||
1983 | Giochi del Mediterraneo | Casablanca | 5.000 metri | Oro | 13'57"77 | |
Mondiali | Helsinki | 10.000 metri | Oro | 28'01"04 | ||
1984 | Giochi olimpici | Los Angeles | 10.000 metri | Oro | 27'47"54 | |
1986 | Europei | Stoccarda | 5.000 metri | 8º | 13'35"86 | |
10.000 metri | Argento | 27'57"93 | ||||
1988 | Giochi olimpici | Seul | 10.000 metri | Semifinale | 28'43"84 |
Stefano Mei
Stefano Mei (La Spezia, 3 febbraio 1963) è un atleta italiano, all'inizio impegnato come corridore nel mezzofondo, e successivamente specialista dei 10.000 m piani. Per tutta la sua carriera è stato allenato dall'ex mezzofondista azzurro Federico Leporati.
La sua attività sportiva iniziò con i campionati studenteschi nel 1976 e con la partecipazione ai Giochi della Gioventù nel 1977. Si mise in evidenza nel 1978, piazzandosi secondo nei campionati italiani allievi su pista (3.000 metri). Nel 1979 ottenne il primo titolo italiano e la prima maglia azzurra nella categoria allievi ottenendo, a soli 16 anni, un tempo nei 3000 m di 8'08"64, all'epoca miglior prestazione di ogni tempo per la categoria, cui fecero seguito ben 43 presenze in Nazionale. Nel 1980 stabilisce il record italiano allievi nei 1500m (3'46"8) nei 2000m (5'13"0) e nei 3000m (8'03"71), mentre nel 1981 registra il record italiano juniores nei 1500m (3'39"00) e nei 3000m (7'56"87).
Nel 1984 stabilisce il nuovo record italiano sui 2000m con 4'58"65 (prec. 5'00"0 Del Buono). Nel 1985 stabilisce il nuovo primato italiano indoor sui 1500m con 3'39"55. Nel 1986 registra il primato italiano sui 1500m con 3'34"57 (prec. 3'35"79 Materazzi) e sui 3000m con 7'42"85 (prec. 7'45"2 Fontanella), oltre a quello indoor sui 3000m (7'46"46). Vince il titolo italiano dei 1500m nel 1985 con il tempo di 3'38"71 e si aggiudica quello dei 5000m nel 1984 (13'48"27) nel 1986 (13'56"61) nel 1989 (13'54"55) e nel 1991 (13'43"98). Vince il titolo italiano indoor sui 3000m nel 1985 (7'48"88) nel 1986 (8'03"44) e nel 1989 (7'54"28). Per diversi anni ha anche detenuto il primato italiano sui 1500 metri piani, ed ancora oggi è suo il record italiano per la categoria junior dei 1.500 m, ottenuto, a soli 18 anni, a Bologna in 3'39"00.
Nel 1982 ai campionati europei di Atene si classifica all'ottavo posto nella batteria dei 1500m. Nel 1983 ai campionati del mondo di Helsinki si classifica al nono posto nella semifinale dei 1500m con il tempo di 3'41"78 (in batteria 3'39"93). Nel 1984 alle olimpiadi di Los Angeles si classifica al settimo posto nella semifinale dei 1500m con il tempo di 3'37"96. Nel 1985, come rappresentante dell'Europa in Coppa del Mondo di Canberra, vince la medaglia d'argento nei 5000m con il tempo di 14'05"99 alle spalle dell'americano Padilla (14'04"11). Nello stesso anno si classifica al terzo posto nella finale dei 1500m nella Coppa Europa di Mosca con il tempo di 3'45"14 e si classifica al settimo posto ai Campionati Europei indoor di Atene nei 1500m con il tempo di 3'41"26 (batt. 3'40"66). Si classifica al nono posto nella finale dei 3000m ai Campionati del Mondo indoor di Parigi con il tempo di 8'03"01 (in batt. 8'00"18). Conquista il titolo mondiale universitario dei 5.000 metri a Kobe.
Nel 1986, ai Campionati Europei di Stoccarda vince la medaglia d'oro nei 10000m con il tempo di 27'56"79 e la medaglia d'argento nei 5000m con 13'11"57 alle spalle del britannico Jack Buckner (13'10"15). Sempre nel 1986, si aggiudica ai campionati europei indoor di Madrid la medaglia d'argento nei 3000m con il tempo di 7'59"12 alle spalle dell'austriaco Millonig (7'59"08). Nel 1987 si classifica al sesto posto nella finale dei 1500m nella Coppa Europa di Praga con il tempo di 3'47"57. Fermato spesso da infortuni, nonostante una preparazione limitata nel 1988 riesce comunque a classificarsi al settimo posto nella finale olimpica di Seul dei 5000m con il tempo di 13'26"17 (vince la batteria con 13'42"96 e la semifinale con 13'24"20), miglior risultato sulla distanza di un atleta italiano. Nel 1989 ai campionati del mondo indoor di Budapest si classifica all'ottavo posto nei 3000m con il tempo di 7'53"53 (in batt. 7'51"48). Vince il titolo mondiale universitario dei 5.000 metri a Duisburg. Nel 1990, ai Campionati Europei di Spalato vince la medaglia di bronzo nei 10000m con il tempo di 28'04"46.
Palmarès
Anno | Manifestazione | Sede | Risultato | Gara | Tempo |
---|---|---|---|---|---|
1986 | Campionati europei | Stoccarda | Oro | 10.000 m | |
Argento | 5.000 m | ||||
1990 | Spalato | Bronzo | 10.000 m | ||
1986 | Campionati europei indoor | Madrid | Argento | 3.000 m | |
1985 | Universiadi | Kobe | Oro | 5.000 m | |
1989 | Duisburg | Oro | 5.000 m | ||
1985 | Coppa del mondo | Canberra | Argento | 5.000 m | 14:05.99 |
Mei nei 10000 agli Europei 1986